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Chiesa del Gesù Nuovo: tra arte e mistero

Sono tanti i luoghi da visitare a Napoli, ma quello che più colpisce l’occhio durante una passeggiata nel suo centro storico è la Chiesa del Gesù Nuovo, che si erge maestosa sull’omonima piazza antistante.

Nel cuore del centro antico di Napoli, infatti, troviamo quello che è uno degli esempi più rappresentativi dell’arte barocca nel capoluogo partenopeo.

Giunti in piazza del Gesù, non si può non restare indifferenti allo spettacolo che ci si para avanti: un enorme edificio con il suo caratteristico muro di bugnato a forma di punta di diamante.

Si tratta di un monumento fondamentale della città napoletana, facilmente raggiungibile a piedi dagli appartamenti di DimorArt.

La Chiesa del Gesù Nuovo a Napoli, conosciuta anche come Trinità Maggiore, nasce come dimora nobiliare, conosciuta precedentemente come palazzo Sanseverino, per poi essere trasformata in seguito in un edificio ecclesiastico.

Infatti, su richiesta del popolo partenopeo, al momento del loro insediamento nella struttura, i gesuiti decisero di mantenere la reggia dei Sanseverino, senza demolirla.

Origini della Chiesa

La Chiesa del Gesù Nuovo venne costruita come palazzo dei Sanseverino nella seconda metà del 1470, su ordine di Roberto Sanseverino, principe di Salerno, ma fu successivamente oggetto di confisca e donata alla Compagnia di Gesù, che procedette alla ristrutturazione, ma senza intaccare la facciata in bugnato e il basamento.

Negli anni successivi, la struttura principale fu arricchita con cappelle e opere d’arte, che hanno portato alla formazione di quel patrimonio unico e inestimabile che è possibile visitare oggi.

Consacrata nel 1601 e dedicata alla Madonna Immacolata, ma chiamata Chiesa del Gesù Nuovo, in contrapposizione a quella che era la Chiesa del Gesù Vecchio.

Nel corso dei secoli, ha subito diversi danni, fino alla seconda guerra mondiale, quando fu colpita sul soffitto della navata centrale da una bomba, che cadde, però, rimanendo inesplosa e che è tutt’oggi esposta all’interno della chiesa.

Descrizione

Gli interni

La Chiesa è in stile barocco, si estende su una pianta a croce greca ed è suddivisa in tre navate, ognuna delle quali arricchita con opere d’arte, dipinti, sculture e pregiati marmi degli artisti del calibro di Giovanni Lanfranco, Luca Giordano, Cosimo Fanzago e Francesco Solimena, nonché di numerosi intagliatori, artigiani, ottonari, scalpellini e stuccatori, che hanno aiutato a rifinire la struttura.

Il rivestimento marmoreo policromo delle pareti e degli altari, tra i quali primeggia l’altare maggiore, conferiscono all’ambiente interno un aspetto maestoso, impreziosito dalla presenza di ben undici cappelle laterali, ognuna con proprio altare.

Una visita a sé merita la cappella della Visitazione, dove si celebra il culto di San Giuseppe Moscati, medico, docente universitario e ricercatore, canonizzato il 25 ottobre 1987 da Giovanni Paolo II.

L’esterno

Se l’interno lascia a bocca aperta, l’esterno che si affaccia sull’imponente Obelisco di piazza del Gesù, invece, è circondato di mistero.

Infatti, tra le punte del muro di bugnato della facciata, è possibile notare incise lettere dell’alfabeto aramaico, ognuna di circa dieci centimetri di grandezza.

In tanti, affascinati, si sono interrogati sul loro significato e tante sono state le loro interpretazioni.

Secondo alcuni, le incisioni avevano lo scopo di attirare energie positive, secondo altri, invece, era un linguaggio in codice dei tagliapietre, tramandato da padre in figlio

L’opinione più accreditata è quella che ha visto in ogni lettera una nota musicale.

In sostanza, la facciata della chiesa sembra essere un enorme pentagramma su cui è stata scritta una melodia pensata per strumenti a plettro e che va letta dal basso verso l’alto e da destra verso sinistra.

Pensate che l’intera musica dura ben tre quarti d’ora e che è stata chiamata dagli studiosi Enigma.

Quale che ne sia la vera storia, vale la pena toccarla con mano dal vivo, fidatevi!